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Parigi: il primo viaggio con lo zaino in spalla

Questa sezione del Blog è quella in cui si racchiudono le mie “altre” passioni, i viaggi (veri o immaginari), ma soprattutto il mio Life Journey. Oggi è la volta di Parigi: un viaggio con uno zaino e un biglietto aereo.

In questo articolo troverai le motivazioni che mia hanno spinta a partire, perché viaggiare da solə è importante e, in fondo alla pagina, anche una mini guida delle zone che io ho visitato.

giphy Parigi: il primo viaggio con lo zaino in spalla

Sono andata a Parigi solo con lo zaino

La decisione di partire completamente da sola è stata un po’ impulsiva (ma è così che ci piace, no?), ho preso i biglietti di andata e ritorno, l’ansia è arrivata dopo! Ma come mi era venuto in mente di voler partire completamente sola?!

Credo fosse l’astinenza causata dal COVID, ma non potevo più rimanere ferma, avevo bisogno di tornare a viaggiare perché se mi fossi fermata me ne sarei pentita per la vita. Avete presente quando vi sentite incompletə e demotivatə per mancanza di stimoli?! Mi sentivo così: sopraffatta dall’Università, dallo studio, dalla situazione politica, socio-economica, sanitaria degli ultimi tempi. Si è presentata un’occasione e non coglierla mi sembrava un errore che non potessi permettermi; alla fine Parigi sarebbe stata la meta perfetta come prima uscita dalla comfort zone.

panorama_parigi_viaggio-1024x768 Parigi: il primo viaggio con lo zaino in spalla

Cosa significa “partire con lo zaino”?

Ovviamente non intendo lo zaino in sé (anche se è stata davvero la prima volta che vagassi per una città con tutti i miei vestiti sulle spalle), ma lo userò come una metafora. Il fatto di aver deciso di mollare tutto e partire per me è stato uno dei passi più grandi degli ultimi anni che ha sicuramente aperto la strada a tantissimi viaggi futuri, mi ha dimostrato che – a piccole dosi – posso prendere e partire senza essere per forza legata ad altre persone. Lo ammetto: avevo paura di ritrovarmi completamente sola in una città, senza sapere dove andare o come organizzarmi, senza aiuto e con un viaggio fin troppo esposto agli imprevisti.

Lo zaino rappresenta la casa che ci portiamo dietro senza tutte le comodità, un giusto mix tra ciò che è il comfort e ciò che è l’avventura. Ogni giorno della nostra vita trasportiamo uno zaino sulle spalle che contiene il nostro passato, le nostre ansie, i progetti, gli impegni, le scadenze; più lo riempiamo, più facciamo fatica a scoprire il modo e a muoverci. Abbiamo le mani libere, ma non basta.

Il viaggio della vita con lo zaino in spalla deve portarci a rivedere con cosa lo stiamo riempiendo, selezioniamo bene ciò che ci serve e ciò che rallenterà il nostro cammino. Nei prossimi viaggi voglio portarmi bei ricordi, gratitudine per le piccole cose, le emozioni (tutte indifferentemente), un’agenda che fa sempre comodo e tutti gli attrezzi che con la dedizione e la pazienza sto imparando ad usare per fare della vita un capolavoro.

palazzo_parigi_viaggio_benessere-1024x768 Parigi: il primo viaggio con lo zaino in spalla

Un viaggio diverso all’insegna del benessere personale

Torniamo a parlare del viaggio.

Cosa ho notato di diverso? Prima di tutto ero io ad essere diversa e a guardare le persone in modo diverso. Ero già stata a Parigi; ho deciso che in questo itinerario avrei guardato la vita scorrere, avrei respirato, avrei ascoltato i miei bisogni momento per momento.

Mi sono sorpresa di quante persone si sono avvicinate per parlarmi e chiedermi fotografie, informazioni, aiuti. Passare tutto il tempo camminando in silenzio o chiacchierando con me stessa ha dato modo alle altre persone di vedere anche un altro aspetto di me.

Ho trovato persone gentili e disponibili: vedere qualcunə che viaggia con uno zaino pesante e che affronta il viaggio da solə fa venire voglia di aiutare. Ho avuto il coraggio di chiedere aiuto e ho trovato tanti e tante che non me lo hanno negato; dalle indicazioni stradali, dal supporto nei negozi e nei musei.

Ascoltarsi durante un viaggio e dedicarsi solo e solamente a sé mi ha portato a ricevere un complimento che mai mi sarei aspettata. Una coppia di ragazze mi ha fermato mentre pranzavo in un ristorante francese per dirmi che fossi una persona coraggiosa: “Ci vuole molto coraggio a lasciare tutto e partire, io non ce l’avrei fatta. Sono contenta che persone come te ci mostrino che si può fare.” Queste parole mi hanno dato molta forza. Ho deciso di rimandarne un po’ anche a loro, mostrando come il coraggio nasce dalla paura e dalle piccole cose che decidiamo di cambiare.

giphy Parigi: il primo viaggio con lo zaino in spalla

Consigli di viaggio: ecco dove mi ha portato il mio zaino

Una premessa doverosa: non era la mia prima volta nella città europea dell’amore. Trovo sia necessario dirlo perché molte delle mete di questo viaggio sono forse secondarie ad una prima visita (soprattutto se breve).

Quartiere Marais

Sono arrivata di mattina con il mio aereo all’aeroporto di Orly, tempo un’ora e mezza tra OrlyBus e RER B ed ero già in centro. La mia prima fermata è stata direttamente il quartiere Marais per cercare di rimediare un pranzetto in qualche posto caratteristico. Direi che ci sono riuscita dato che nel ristorante solo una persona parlava inglese! Tra la musica di violinisti parigini all’angolo delle strade ho iniziato a vagare senza meta, osservando le persone, i negozietti nascosti.

La prima vera visita della giornata è stata il Centro Pompidou, non senza aver rotto la memory card della reflex, dove non vedevo l’ora di tornare; adoro l’arte moderna e per la prima volta avrei potuto passare lì dentro tutto il tempo che volevo – sono stata più di 2 ore a guardare dettagli nascosti. Nota di merito: ottimo servizio per lasciare i bagagli (che con uno zaino da viaggio è necessario), personale gentile, servizi igienici impeccabili. Aperitivo in centro e di nuovo in metro verso il XVIII arrondissement per dormire.

Notre Dame e quartiere Latino

Secondo giorno, nuova avventura. Mi sono ritrovata vicino Notre Dame troppo presto: prendete nota che Parigi in settimana si sveglia tardi, non alle 8:30 di mattina. Giretto del fiume e della zona per finire a camminare nei vicoli verso la Sorbonne, Università di Parigi. Mentre Parigi iniziava a svegliarsi ho passeggiato nel parco di Lussemburgo tra cagnolini, persone intente a fare sport e mattinieri; mi sono concessa un po’ di musica lungo le strade alberate. Camminando sono arrivata al Pantheon giusto per l’orario di apertura – consiglio vivamente di arrivare presto, nessuna fila e molta più libertà di movimento all’interno.

La fila che non ho potuto evitare è stata per entrare nel famoso negozio di libri “Shakespeare and Company” dove sono sfuggita alla pioggia per un pelo e ho passato quasi un’ora a decidere che libro acquistare. Giusto il tempo di prendere le ultime gocce e mi sono rifugiata in un ristorante per mangiare: morivo dalla voglia di mangiare la fonduta più buona di Parigi e non potevo non prenderla da “Le Chalet Saint-Michel”. Ultima passeggiata per tornare verso il Marais per bere un tè matcha e visitare 59 Rue de Rivoli. Tornata verso l’alloggio ho deciso di andare al cinema a vedere un film in inglese per chiudere in bellezza.

Montmartre

Nulla da dire! Ho passato tutto il sabato in questa zona della città perché dovevo assolutamente rivalutarla. La prima volta che sono venuta a Parigi nella mia vita sono rimasta delusa da Montmartre perché piena di persone e senza tutta l’arte che mi aspettavo di trovare. Mi sono dovuta ricredere!

Davvero emozionante passeggiare tra le vie di artisti impegnati nella loro arte, visitare il museo di Dalì, il caffè di Amelie e passare davanti al Moulin Rouge. Una passeggiata tranquilla con un pranzo di dolcetti e pizzette salate prese dentro una boulangerie casuale.

La passeggiata prosegue verso Parc des Buttes-Chaumont dove ho camminato e ammirato la natura a 360 gradi; è stato emozionante. Per tornare verso l’alloggio ho deciso di prendere l’autobus e guardarmi intorno scendendo a République per bere un cappuccino sulla piazza. Zona non molto turistica ma davvero davvero particolare, con bambini e bambine che giocano su dei giochi e ragazzi e ragazze che si dilettano con lo skateboard.

viaggio_relax_parigi_parco-1024x768 Parigi: il primo viaggio con lo zaino in spalla

Brunch della domenica e passeggiata fino alla Torre Eiffel

Sveglia in relax, doccia rigenerante e brunch in una zona bellissima. Ho prenotato da “Culottèe” nel Passage des Panoramas tra negozietti e altri ristornati antichi; il menù a 26 euro comprendeva diverse scelte con bevande, dolci, toast salato, yogurt. La passeggiata è proseguita a piedi fino alla Torre Eiffel per mangiare gli ultimi bocconi dei dolci del brunch che ho portato via con forchetta rigorosamente in legno. Pic-nic nel prato per ammirare la dama di ferro e passeggiata vicino la Galleria de la Fayette per ammirare Parigi dal tetto panoramico e l’Opera.

Louvre e passeggiate parigine

Il viaggio sta arrivando al termine e ho deciso di tornare in un must di Parigi: il Louvre. Questa volta mi sarei concentrata su aree che la prima volta non ho avuto il tempo di vedere senza però poter saltare la parte di arte italiana e le statue. Tanta bellezza.

Per arrivare sono uscita molto presto per saltare la coda di ingresso e, essendo in anticipo, ho passeggiato nei Jardin des Tuileries da Piazza della Concordia dove sono scesa con la metro. Sono riuscita ad evitare la fila passando per l’ingresso sul retro del museo (il primo che si incontra proprio venendo dai giardini) e lasciandomi la visita e le foto alla famosa piramide dopo aver visto l’interno. Un’ottima trovata dato che sono entrata per prima e ho potuto avere anche uno scatto del Louvre senza nemmeno una persona all’interno.

Dopo la visita mi sono diretta verso il Palazzo Reale mangiando due onigiri presi durante la passeggiata. Ho camminato nei giardini e lungo le strade fino a ritrovarmi di nuovo in Rue de Rivoli. Un po’ di shopping pre-partenza e poi di corsa a preparare lo zaino per ripartire.

Arco di Trionfo e fine del viaggio

L’ultima parte dell’avventura l’ho passata sugli Champs-Élysées osservando nuovi negozi in apertura, grandi firme e vetrine addobbate. Ho curiosato anche dentro l’apertura limitata del negozio a tema Stranger Things – davvero spettacolare. Pranzetto di bagel veloce vicino l’Arco di Trionfo e via verso la stazione di Porte Maillot dove mi aspettava il bus verso l’aeroporto.

Viaggio di ritorno un po’ movimentato all’aeroporto di Paris-Le Bourget che è davvero molto piccolo con solo 4 gate attivi. Fortuna che sono arrivata in anticipo, ho cenato con una baguette con prosciutto e formaggio per salutare Parigi.

Chissà dove mi porterà la prossima volta il mio zaino?

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