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Connessione internet e connessione interiore

La “sfortuna” ha voluto che mi ritrovassi a partire per una località calabrese in cui la linea è pessima e in alcuni punti completamente assente. Quale miglior occasione per parlare di cosa succede quando non c’è connessione internet? Proviamo a connetterci con noi stessi.

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Connessione assente: le prime reazioni

Scoprire di essere in un posto meraviglioso, guardare il mare la mattina appena svegli senza poterlo condividere lo rende meno vero? Ho sperimentato questa sensazione quando arrivata nella casa per le vacanze mi sono accorta che il segnale fosse completamente assente. Il lavoro, le scadenze, il blog, le relazioni sono la prime preoccupazioni seguite a ruota dalle storie di Intagram (mi trovate come @benessereinterattivo), gli stati Whatsapp e gli aggiornamenti con il mondo. Proprio oggi che non prende il telefono mi ritrovo a voler fare tutte le ricerche che ho rimandato negli ultimi 15 giorni.

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Desideriamo ciò che non possiamo avere

Prima di tutto e sembrerà banale, ma il fatto di dare per scontata una connessione internet e telefonica su a cui affidarsi al 100% per chiamate e contatti non è produttivo perché vengono a mancare delle idee alternative. L’uomo è portato a desiderare ciò che è difficile se non anche impossibile. Ci concentriamo su ciò che non abbiamo. Gli oggetti che desideriamo esercitano su noi stessi un potere magnetico, potere che deve e può essere evitato perché siamo noi a conferirglielo. Ognuno di noi crea inevitabilmente un’urgenza intorno a ciò che serve (e che non può avere); se c’è un forte bisogno è importante soddisfarlo per il nostro benessere.

Effetti per l’astinenza da connessione

Prima di tutto ci si sente spaesati, si cercano soluzioni alternative in modo sempre più ossessivo per non abbandonare l’idea che magari è una situazione momentanea. Si procede a spegnere e riaccendere il telefono più volte e a chiedere ripetutamente la situazione alle altre persone che sono lì intorno. Iniziano a questo punto i tremolii e gli scatti muscolari e d’ira incontrollati e improvvisi fino ad una profonda tristezza. Ovviamente si scherza, ma cosa succede superata la tristezza? In fondo non si può essere disperati per tutto il tempo che siamo “sconnessi”. Dopo la tristezza si arriva piano piano a considerare il mondo sotto un’altra luce e prospettiva. Si passa ad una nuova connessione.

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Quando i telefoni non si connettono ci connettiamo a noi stessi

La cosa più importante per stabilire una buona connessione con noi stessi è smettere di identificarsi con pensieri che non fanno bene e concentrarsi su quello che conta davvero nella nostra vita. La mancanza di connessione interiore fa sì che le persone si comportino come attori, ovvero indossano una maschera, una specie di scudo o corazza protettiva all’interno di una realtà che non esiste. Ascoltare il respiro, l’andamento del corpo e sentirlo nel qui e nell’ora accompagna ad una percezione senza forma. Il passo successivo è eliminare la tossicità dalla nostra vita scartando informazioni inutili e negative scegliendo come investire le energie. Importantissimo è visualizzare il proprio Io interiore, una guida saggia, sicura e coraggiosa che sa cosa è meglio per noi; piena di attributi e valori spesso viene sopraffatta da un ego carico di paure.

Chiudiamo gli occhi per qualche minuto e proviamo ad ascoltarci davvero con tutti i nostri sogni, paure, tremolii e bisogni. Tre grandi respiri possono guidare il passaggio che ci accompagna dal mondo esterno al mondo interiore, per connetterci con quella parte di noi stessi che spesso ignoriamo. Iniziare a vivere la propria vita con consapevolezza aiuta a non perdere di vista la rotta e a capire cosa è davvero importante. Di cosa ho voglia oggi?

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Compito:

Provare a scrivere tre cose di cui avete bisogno. Quante di queste sono legate alla vostra genuina felicità e non possono essere rimpiazzate da altro? Quante sono legate alla persona che “vorreste essere” e non alla persona che “siete”? Se vi va condividetelo nei commenti.

1 commento su “Connessione internet e connessione interiore”

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