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Come uno stereotipo influenza il nostro aspetto

In questo articolo, riguardante uno studio scientifico, affronteremo il tema delicato di come e se il nostro aspetto fisico possa essere ricondotto a stereotipi legati al nostro nome.

Varie ricerche hanno già confermato che l’aspetto del viso influenza la percezione; ma è possibile anche che le percezioni sociali influenzino il nostro aspetto?

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Cosa rappresenta davvero il nome?

I nomi portano dietro un significato personale che li rende importanti nella creazione dell’identità, comportamenti, scelte della persona. L’identità a sua volta influenza pettinature, atteggiamenti, stile di vita. Quando fattori interni come la personalità influenzano fattori esterni come l’aspetto ci troviamo di fronte al Dorian Gray Effect. Questo teorizza come le impressioni che altri hanno di noi sul nostro aspetto potrebbero influenzare la nostra personalità con altri effetti sul nostro aspetto.

Una profezia che si autoavvera

Questo giro di parole non potrebbe far altro che portare all’ennesima profezia che si autoavvera – ricordate dove altro ne avevamo parlato?. Quando un bambino nasce si porta dietro un fardello pesante: aspettative e inferenze sociali legate al suo nome (come un tag sociale). La profezia che si autoavvera si percepisce nel momento in cui, inconsapevolmente o consapevolmente, pieghiamo la nostra personalità e le nostre caratteristiche facciali in relazione a come dovremmo apparire.

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Lo studio pratico: 8 esperimenti

Gli studi successivi al primo sono stati utilizzati per mantenere sotto controllo varie variabili che avrebbero potuto spiegare l’effetto in modo diverso.

La procedura comune di presentazione utilizzava una serie di volti; per ognuno c’erano diversi nomi tra cui scegliere tra cui l’alternativa giusta. Le immagini dei volti sono state reperite online, sono state scattate in laboratorio o inviate via mail, tutte frontali e senza trucco. I nomi “falsi” sono stati estratti da siti web appositi in maniera casuale oppure rimescolati da altri partecipanti. I ricercatori hanno escluso i nomi insoliti e poco comuni per evitare di condizionare i partecipanti.

Gli studi consistono nell’associazione volti a nomi. Gli scienziati hanno messo a punto situazioni di controllo con dei nomi più comuni e inclusioni culturali. In alcuni set sperimentali si è notato come sia possibile anche insegnare ad una macchina (computer) le associazioni stereotipate volto nome e ottenere una buona prestazione.

Discussione generale e conclusione

In tutti e 8 gli studi che utilizzano fotografie di volti a colori con un nome (o soprannome) taget e altri “falsi”, i partecipanti hanno indovinato i nomi in modo rilevante. Sembra quindi esserci un’importante associazione tra lo stereotipo del nome e l’aspetto del volto che ci costruiamo successivamente. Per spiegare la profezia che si autoavvera devono accadere due cose: i partecipanti devono avere familiarità con i prototipi e la persona deve rifletterli. Nel caso in cui utilizzassimo molto spesso un soprannome infatti non ricopriremmo lo stereotipo.

Fuori dallo studio: la realtà

Questo articolo vuole essere un punto di vista scientifico diverso sulla tematica del “chi sono”. Non siamo il nostro nome, siamo noi stessi. Ma è vero che siamo anche ciò che conosciamo. Sta a noi essere unici in un mondo di copie e fare tesoro del fatto che nonostante l’aspetto fisico e del volto simile siamo anche altro. La nostra personalità e il nostro essere interiore ci rende NOI.

Per chi volesse approfondire lascio di seguito la bibliografia trattandosi di un tema scientifico con esperimenti.

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