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Cosa posso fare quando sono triste? Ecco qualche idea

Dopo aver letto l’articolo sulla tristezza nella sezione di questo blog dedicata alle emozioni ti starai forse chiedendo: ma cosa posso fare quando sono triste?

Non esistono soluzioni universali che vanno bene per chiunque, ma posso condividere alcune cose che nella mia vita ho trovato funzionali e che mi hanno aiutato, in varie fasi della vita ad ASCOLTARE la tristezza prima di lasciarla andare. Ah non c’è nulla di male nel cercare qualche consiglio online, è per questo che nascono i blog in fondo.

Di cosa ho bisogno

Prima di cercare qualche idea (che ricordiamo non sarà una pillola magica o una soluzione a tutti i nostri problemi) dobbiamo avere bene in mente due cose:

  • Cosa sento
  • Dove lo sento

È importante conoscersi e conoscere da dove provengono le emozioni che proviamo. Non ascoltando la testa, ma il nostro corpo, che comunica se tendiamo l’orecchio per ascoltarlo. Cosa sento. Sento le lacrime riempirmi gli occhi? La mente annebbiata? L’assenza di forze? Dove lo sento. Nello stomaco? Nei piedi? Nei polmoni?

Non è facile, ci vuole pratica, ascolto. C’è chi riuscirà al primo colpo, chi avrà bisogno di “ascoltarsi” di più, ma per tutte le persone c’è uno spazio e qualcosa che può aiutarci a stare nella tristezza.

essere_tristi_cosa_fare Cosa posso fare quando sono triste? Ecco qualche idea

Musica triste, ma come accompagnamento

Tra i consigli che posso darti non può mancare una buona base musicale. Ho intenzione di scrivere un articolo sul come scegliere una base perfetta, ma nel mentre ti basti sapere che la musica ha un fortissimo potere sulle sensazioni e sulle emozioni che proviamo.

Possiamo decidere di mettere una playlist tristissima. MA solo se questa vuole essere il sottofondo musicale per l’accoglienza e il prendersi cura di sé, mentre trasformiamo la tristezza in qualcos’altro. Io per esempio di solito la utilizzo mentre disegno o scrivo. Perché non da sola mentre siamo nel letto? Perché rischiamo di reiterare un loop di pensieri e sensazioni che non ci fa bene come potremmo pensare.

E se volessi solo ascoltare la musica? Cerca una musica che ti guidi nel tuo bisogno di contrasto, un bisogno affine e opposto a quello che la tua tristezza ti indica. Mi spiego meglio: la musica triste spegne, la musica carica di energia accende, proviamo ad utilizzare questa come colonna sonora per i nostri concerti che tanto ci fanno sfogare. Anche se abbiamo le lacrime agli occhi, anche se dobbiamo gridare, scegliamo canzoni che esprimano la nostra tristezza con un pizzico di energia, un esempio? “Someone like you” di Adele è il perfetto connubio tra la tristezza (anche nel tema) ma nell’energia trasmessa dalle note.

La musica degli angeli

C’è poi un genere a sé, quella che possiamo definire musica angelica. C’è chi la usa per studiare, chi per concentrarsi. Io la uso per lasciar andare, per ascoltarmi e lasciare ciò che ha trovato ascolto e spazio. Non è per chiunque e non tutte le persone ne hanno bisogno in un determinato momento, ma potete provare a darci una possibilità.

Spero di poter dedicare a questa musica lo spazio che merita come ho iniziato a fare nei miei workshop, nel mentre vi lascio qui sotto una delle mie preferite:

Un estratto di musica angelica a 432hz

Cucinare o mangiare comfort food

Adoro cucinare, mi rilassa, così come anche assaporare alcuni accostamenti di cibo riesce a riportarmi nel presente, nel qui ed ora. Tra le cose da poter fare quando sei triste c’è sicuramente, passato il picco di tristezza, dedicarti ad un attività manuale che ti da gioia e che ti aiuta a prenderti cura di te. È importante che ti dica “mi prendo cura delle tue ferite” e che abbia il sapore di un abbraccio caldo.

Leggendo queste parole so che suonerà assurdo, ma scavando in fondo in fondo so che non è così e che trovi entusiasmante l’idea di gustarti il tuo abbraccio commestibile.

Importante è non esagerare e forzare la mano. Quando si è tristi non è il momento di sperimentare nuove ricette, cercare qualcosa di fantasioso e unico, ma replicare un sapore che ci fa stare bene. Negli ultimi anni tra i miei comfort food c’è il porridge salato mangiato rigorosamente sul divano, ma potete trovare il vostro ascoltando i vostri bisogni.

Arte terapia

Anche questo tema avrebbe bisogno di tantissimo spazio per approfondire l’argomento teorico, ma in generale sappiamo bene come l’arte (visiva e non) veicoli messaggi emotivi e permetta di tirare fuori le nostre emozioni in modo sano.

Costruire, disegnare scarabocchi, dipingere il legno, modellare il Das , impegnare le mani con origami o uncinetto, sono tutte idee scaccia tristezza che quando sei triste puoi provare a mettere in pratica. Importante è spostare l’attenzione dal risultato prodotto all’intero iter creativo, che sia libero. Io spesso metto una playlist che ho creato ad hoc su Spotify per accompagnare i miei disegni perché mi aiuta a seguire il flow senza che le sensazioni prendano il sopravvento.

Piccolo spoiler: l’ultimo progetto creativo a cui sto lavorando è un libro di poesie.

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Ho voglia solo di stare sul divano

Per citare un verbo utilizzato in un celebre episodio della serie Gilmore Girls: to wallow. E non c’è nulla di male! Dedicare del tempo ad ascoltare i propri bisogni, finché non sono debilitanti è giusto e normale, così come anche assecondare la voglia di una tisana o una cioccolata calda tra le coperte sul divano guardando qualche film o serie tv che ci fa stare bene.

Molto spesso mi è capitato (e mi capita ancora) di averne bisogno. Che sia per recuperare energie oppure per una semplice coccola alla malinconia, trovo bello guardare serie tv o film tra le coperte, al caldo.

Piccolo appunto doveroso, è sano dedicare del tempo a noi in casa, decidendo di non uscire e piangendo sul divano, MA è malsano se questo comportamento è reiterato nel tempo e non ci permette di ascoltare la tristezza lasciandola andare.

Consigli di qualche titolo da guardare

Adoro guardare i film natalizi americani, soprattutto quando è inverno, ma anche sempre su questa scia i film in cui il protagonista o la protagonista insegue il proprio sogno: Legally Blonde, Lara Croft, Il Diavolo Veste Prada credo siano gli ultimi che ho visto. Sono una sognatrice “basic” anche io in fondo.

Per me spesso anche i cartoni animati funzionano benissimo, richiedono poco impegno e alcuni (soprattutto un po’ più vecchi) hanno anche delle linee narrative belle sul tema delle emozioni; menzione d’onore a Spirit, cavallo selvaggio, il mio cartone animato preferito di tutti i tempi.

Solitamente preferisco i film perché riescono a dare spazio ad un bisogno senza la pretesa di reiterarlo guardando episodi in più giorni.

consolare_la_tristezza Cosa posso fare quando sono triste? Ecco qualche idea

Fun fact di quella volta che ho visto tutto Twilight

Non posso non inserire qui questo storytime: uscita dall’università, pioveva, ero super triste e sono sapevo cosa fare, rientro a casa abbastanza tardi e inizio a cercare qualcosa su Netflix sul letto. Ad un certo punto mi appare la scena di Twilight tra le anteprime e nel mio cervello si forma un pensiero: “non dirmi che ho proprio bisogno di vedere questo ora”. Piccolo fatto di contesto: non avevo mai visto nessun film della saga di Twilight prima di quel giorno, non amo molto i vampiri.

Finisco per guardarli tutti e 5, uno dietro l’altro, per un intero pomeriggio. Una volta finito mi sentivo meglio, non li ho più riguardati e non credo di sentirne il bisogno, ma l’atmosfera grigia delle scenografie ha colto perfettamente il mio stato triste.

Chiedi un abbraccio: ma solo se ne hai voglia

Piccolo consiglio bonus.

Se sentiamo di averne bisogno un ottimo alleato per ascoltare e lasciare la tristezza può essere un abbraccio anche solo per 10 secondi. Ricordiamoci di chiederlo a noi in primis (oltre che all’altra persona). Quando siamo tristi un caldo abbraccio può essere consolatorio e mandare in circolo la serotonina, oltre che ridurre il cortisolo.

Sentiamoci liberi con le persone che amiamo di chiedere abbracci, sguardi o strette di mani, spesso l’esserci può essere un buon alleato per accompagnare la tristezza, accettarla e lasciarla andare senza sentire il peso della solitudine nel farlo.

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